domenica 15 settembre 2013

IL PAZIENTE ONCOLOGICO: NON E' SOLO UN ORGANO MALATO DA CURARE

L'oncologo  dr. Giuseppe  Rizzi ha partecipato attivamente ad un incontro internazionale scientificamente rilevante  sulla chemioterapia e sui suoi effetti collaterali.
La sessione che più ha colto la sensibilità del dr. Rizzi è stata dedicata all'importanza della comunicazione medico-paziente sulla qualità della vita, ove lo stesso dr. Rizzi ha voluto sottolineare  che questo rapporto deve essere improntato sia nella comunicazione delle terapie da affrontare, considerando che attualmente la ricerca scientifica ci consentirà di avere nuovi farmaci biomolecolare più efficaci da associare a chemioterapia, e sia, ma  non secondariamente, sulla necessità di coinvolgere il paziente nel portarlo a raccontare la propria storia durante il percorso terapeutico. Il paziente ed il medico devono affrontare insieme  i dubbi sulla qualità della vita che necessariamente dovrà mutare, come la sessualità ad esempio ; e quindi conseguentemente la necessità di formare, educando il medico a comunicare non solo la diagnosi ma anche tutti gli aspetti collaterali. Il dr. Rizzi ha voluto fortemente sottolineare l'umanizzazione della medicina con l'ausilio di programmi di formazione della comunicazione non banale.
Il confronto medico paziente nel percorso terapeutico consente al medico stesso di intervenire con più incisività con terapie di supporto che riescono a sconfiggere  il dolore o possono evitare l'emesi o la nausea.
Bisogna iniziare a chiedersi cosa accade nella mente di una persona nel momento in cui il medico deve comunicare la diagnosi di un cancro, iniziare a soffermarci sulla considerazione  che il paziente non è solo un numero, ma un individuo la cui vita viene stravolta dall'arrivo di un treno che non aspettava e che si vede costretto a prendere. La meta di quel treno potrebbe essere la guarigione ma potrebbe non esserlo; il percorso di quel treno ha molte tappe difficili come la chemioterapia ed i suoi effetti collaterali che incideranno sulla vita del paziente cambiandola in molti aspetti.
Su quel treno deve salirci anche il medico percorrendo un cammino insieme non solo terapeutico.
Non si può dimenticare il ruolo fondamentale della fede in questo viaggio difficile che rappresenta la speranza, la fiducia di superare ogni ostacolo.
Preme anche evidenziare che la società di psiconcologia con sede in Milano ha portato avanti un progetto molto importante in materia di comunicazione medico paziente  realizzando un cortometraggio presentato al Festival di Venezia ove  ha vinto un premio, utilizzando l'immagine come mezzo più incisivo della parole per evidenziare la necessità che il paziente non si chiuda in se stesso ma crei una complicità con il proprio medico.

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