martedì 19 novembre 2013

A novembre ha avuto luogo il nono Meet The Professor. Advanced International Breast Cancer Course. Quest'anno non più a Modena, ma a Padova. Da questo importante Meet a cui ha partecipato il Prof. Rizzi è emerso che aumentano progressivamente le possibilità di guarigione del cancro al seno; questi risultati straordinari sono supportati da studi sempre più complessi. Il MEET, ideato e condotto dal Prof. Conte e da Gabriel Hortobagyi, può vantare un team di grande prestigio, come ampiamente dimostrato dal suo successo. Da alcuni anni infatti presenta relatori altamente qualificati, provenienti da Istituti di diverse nazioni europee all'avanguardia nella ricerca scientifica
 Nella foto a destra il Prof. Giuseppe Rizzi con il dr Gabriel N. Hortobagyi University of Texas (Houston).
Il programma della Conferenza internazionale ha compreso lezioni sulla caratterizzazione molecolare dei tumori primari e metastatici, sulla gestione della malattia iniziale e avanzata, sulle strategie per superare la resistenza alle terapie disponibili, sulle terapie innovative, e sui trattamenti multimodali per la malattia avanzata. 
Tra queste le nuove frontiere dell'immunoterapia. 
Un ambito di studio relativamente recente ma cheha già portto sul mercato nuovi farmaci capaci di migliorare la vita e aumentare la sopravvivenza di diversi tipi di tumori aggressivi. 
 Le terapie immunitarie sono pensate per stimolare il sistema di difese del nostro corpo per spingerlo a distruggere le cellule tumorali. Secondo molti scienziati, questa branca di studio è tra le più promettenti nella lotta al cancro, e ha il potenziale di diventare un punto di svolta nel trattamento dei pazienti, migliorando sia la qualità della vita che le percentuali di sopravvivenza, anche per un big killer come il tumore ai polmoni o per neoplasie come quella ai reni, che vengono di solito scoperte solo in fase avanzata quando i risultati della chemioterapia si riducono.
Quelli sull’immunoterapia sono per ora studi preliminari, ma dai buoni risultati, e che promettono di portare sul mercato nei prossimi anni una nuova classe di farmaci, più efficaci di quelli già presenti.
Particolarmente interessanti sono stati i risultati di due studi su due farmaci sperimentali che si attivando contro il recettore PD-1, che si trova sulla superficie dei linfociti T: in condizioni normali questa molecola difende le cellule sane, ma quando è presente un tumore questo è capace di ingannare il recettore in modo che questo protegga dal sistema immunitario le cellule malate. Le molecole studiate lavorano proprio per eliminare lo scudo, in modo che gli stessi linfociti T possano attivamente difendere l’organismo dal tumore.

domenica 22 settembre 2013

Oncologia al Festival di Venezia: la malattia si vince anche con la comunicazione

Con riferimento al precedente post pubblicato il 15 settembre 2013 si mette a disposizione il link dal quale visionare il cortometraggio proiettato al Festival di Venezia e prodotto dalla società di Psiconcologia di Milano con la condivisione di noi oncologi. Il dr. Rizzi ha condiviso il progetto avvalorando l'importanza dell'informazione del paziente non solo sull'esistenza di nuove terapie ma anche sulla necessità di affrontare argomenti connessi alla qualità della vita con l'ausilio di un team di specialisti in grado di informare, ascoltare e comunicare con lo stesso. Ci si è convinti che l'immagine possa essere più incisiva della parola e si è dato corso a questo importante cortometraggio che invito a visionare cliccando sul seguente link http://m.youtube.com/index?gl=IT&hl=it&desktop_uri=%2F%3Fgl%3DIT%26hl%3Dit#/watch?v=2IQI_d_y6_8

domenica 15 settembre 2013

IL PAZIENTE ONCOLOGICO: NON E' SOLO UN ORGANO MALATO DA CURARE

L'oncologo  dr. Giuseppe  Rizzi ha partecipato attivamente ad un incontro internazionale scientificamente rilevante  sulla chemioterapia e sui suoi effetti collaterali.
La sessione che più ha colto la sensibilità del dr. Rizzi è stata dedicata all'importanza della comunicazione medico-paziente sulla qualità della vita, ove lo stesso dr. Rizzi ha voluto sottolineare  che questo rapporto deve essere improntato sia nella comunicazione delle terapie da affrontare, considerando che attualmente la ricerca scientifica ci consentirà di avere nuovi farmaci biomolecolare più efficaci da associare a chemioterapia, e sia, ma  non secondariamente, sulla necessità di coinvolgere il paziente nel portarlo a raccontare la propria storia durante il percorso terapeutico. Il paziente ed il medico devono affrontare insieme  i dubbi sulla qualità della vita che necessariamente dovrà mutare, come la sessualità ad esempio ; e quindi conseguentemente la necessità di formare, educando il medico a comunicare non solo la diagnosi ma anche tutti gli aspetti collaterali. Il dr. Rizzi ha voluto fortemente sottolineare l'umanizzazione della medicina con l'ausilio di programmi di formazione della comunicazione non banale.
Il confronto medico paziente nel percorso terapeutico consente al medico stesso di intervenire con più incisività con terapie di supporto che riescono a sconfiggere  il dolore o possono evitare l'emesi o la nausea.
Bisogna iniziare a chiedersi cosa accade nella mente di una persona nel momento in cui il medico deve comunicare la diagnosi di un cancro, iniziare a soffermarci sulla considerazione  che il paziente non è solo un numero, ma un individuo la cui vita viene stravolta dall'arrivo di un treno che non aspettava e che si vede costretto a prendere. La meta di quel treno potrebbe essere la guarigione ma potrebbe non esserlo; il percorso di quel treno ha molte tappe difficili come la chemioterapia ed i suoi effetti collaterali che incideranno sulla vita del paziente cambiandola in molti aspetti.
Su quel treno deve salirci anche il medico percorrendo un cammino insieme non solo terapeutico.
Non si può dimenticare il ruolo fondamentale della fede in questo viaggio difficile che rappresenta la speranza, la fiducia di superare ogni ostacolo.
Preme anche evidenziare che la società di psiconcologia con sede in Milano ha portato avanti un progetto molto importante in materia di comunicazione medico paziente  realizzando un cortometraggio presentato al Festival di Venezia ove  ha vinto un premio, utilizzando l'immagine come mezzo più incisivo della parole per evidenziare la necessità che il paziente non si chiuda in se stesso ma crei una complicità con il proprio medico.

martedì 4 giugno 2013

UN CASO DI REGRESSIONE TOTALE DI UN ADEMOCARCINOMA OVARICO

Le belle storie, i lieti fini vanno raccontati.
La paziente C.E. di giovane età in seguito ad algie addominali persistenti esegue un'ecografia dalla quale emerge notevole versamento ascitico endoaddominale e pelvico. Necessari ulteriori ed approfonditi accertamenti, (Tac- Pet- marcatori Tumorali CA 125) da cui emerge una disseminazione di tessuto per sospetta neoplasia.
Eseguita una biopsia dal ginecologo di fiducia le veniva diagnosticata una neoplasia ovarica diffusamente avanzata con invasione metastatica carcinomatosa addominale. Il marcatore CA 125 aveva raggiunto livelli superiori a 2500 rispetto al valore di riferimento. Il ginecologo evidenziava di aver eseguito un intervento chirurgico paliativo, asportando utero ed appendice, ma che comunque la realtà patologica della paziente era di un'estrema gravità, per cui era necessario effettuare un consulto oncologico.
L'oncologo, prendendo visione della istologia e di tutti gli esami strumentali ed ematochimici, oltre ad uno stato generale compromesso della paziente, confermava ai parenti l'enorme gravità del caso; ma nel contempo proproneva trattamento chemioterapico.
Dopo 7 cicli di chemioterapia si notava una  progressiva  diminuzione del marcatore CA 125 e richiesta  Tac total body e successivamente Pet si evinceva una totale regressione della malattia con azzeramento del makers tumorale. 
La paziente segnalava una ripresa della quotidianità di vita pre malattia.
Allo stato attuale la paziente è in stretto follow up associato alla felicità della stessa, della sua famiglia ed alla mia soddisfazione.

domenica 26 maggio 2013

RACE FOR THE CURE

Il giorno 25 maggio 2013 il dr. Giuseppe Rizzi partecipa in qualità di volontario alla manifestazione realizzata dalla onlus "Susan g. Komen Italia". È ormai il settimo anno che il Race FOR THE cure fa tappa a Bari grazie al Presidente del Comitato Puglia Komen Italia prof. Vincenzo Lattanzio e alla dr.ssa Angela Guerrieri. Il dr. Rizzi, insieme ad altri colleghi, ha testimoniato l'importanza della prevenzione soprattutto allo stato attuale dove le neoplasie tumorali sono in aumento ma grazie ad una continua ed attenta prevenzione,sono in grande regressione le mortalità . Alla manifestazione hanno partecipato gli attori Lino e Rosanna Banfi che hanno rappresentato la loro esperienza personale e le autorità locali nell'espressione del Governatore Vendola e dell'assessore regionale alla sanità Gentile.

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giovedì 11 aprile 2013

L'IMPORTANZA DEL CONFRONTO TRA MEDICI SULLA PRATICA CLINICA NEL TUMORI POLMONARI

In data 04.04.2013 il dr. Giuseppe Rizzi ha partecipato ad un'importante evento dedicato a rilevanti controversie nella pratica clinica sui Tumori Polmonari (NSCLC).
L'evento si è svolto in video conferenza in contemporanea a Napoli, con la partecipazione dei dott.ri C.Gridelli e F. Piantedosi; a  Bari con la collaborazione dei dott.ri V.Lorusso e D. Galletta; ad Acicastello (CT)  con l'intervento del dott.ri H.J.Soto Parra;ed a  Cosenza con il dott. S.Palazzo.
A ciascun gruppo sono state assegnati dei topics inerenti gli aspetti diagnostici-terapeutici nel NSCLC che sono stati oggetto di discussioni tra le varie sedi.
Il dottor Rizzi vuole segnalare tramite il suo blog l'importanza di questo evento che ha  rappresentato un momento di grande interesse clinico.

domenica 3 febbraio 2013

UN PO’ DI CHIAREZZA SULLA SIGARETTA ELETTRONICA CONSIDERANDO I PARERI DISCORDANTI DEL MONDO SCIENTIFICO


Non è ancora chiaro se la sigaretta elettronica sia in grado di aiutare a smettere di fumare senza danni per la salute, dato che ancora ad oggi non esistono studi e ricerche scientifiche sufficienti a stabilire la sicurezza e l’efficacia come metodo per la dissuefazione.

Sicuramente credo che andrebbero regolamentate come dispositivi medici o prodotti farmaceutici e non come prodotti del tabacco.

Per prima cosa ho cercato  di capire  cos’è e come funziona la sigaretta elettronica per poter dare un giudizio da un punto di vista medico oncologico .

 Si tratta di un dispositivo elettronico a batteria ricaricabile, chiamato atomizzatore, che produce del vapore tratto da un mix di elementi: glicole propilenico, glicerolo, aromi naturali e nicotina.

Da questa prima analisi posso trarre l’esistenza di una nota positiva, sicuramente una diminuzione dei rischi per la salute in assenza di un processo di combustione; infatti, non vengono prodotte quelle comuni sostanze cancerogene, che tradizionalmente scaturiscono dalla sigaretta e che sappiamo  quanto siano state e sono incisive  all’insorgere di varie patologie tumorali, in  particolare ma  non esclusivamente, polmonari.

Però trovandoci  davanti a un processo di vaporizzazione sorge l’obbligo di fare una prima valutazione medica, sconsigliando al paziente asmatico l’uso della sigaretta elettronica considerando le manifestazioni  di grave intolleranza sintomatologica quali tosse incontrollabile e attacchi di dspnea .

Concordo quindi sulla posizione assunta dal Prof. Resta Direttore della Pneumologia dell’Università di Bari che, anche  sulla base di primi rilevamenti, sostiene che la sigaretta elettronica può causare una patologia acuta al soggetto asmatico.

Un team di cardiologi hanno invece escluso la dannosità al cuore ed alle vene.

Bisogna sempre fare attenzione al liquido che viene utilizzato per la vaporizzazione:

Da alcune ricerche è emerso che  le sostanze che contiene la sigaretta elettronica sono:

-        il Glicole Propilenico:  solvente che viene utilizzato per permettere alle sostanze di disciogliersi nei liquidi. È utilizzato sia in campo alimentare che farmaceutico e non è cancerogeno;

-       Il Glicerolo vegetale:  una sostanza usata nella composizione di sciroppi, creme e cosmetici. Trova uso anche come additivo alimentare. Non presenta controindicazioni ;

-       Acqua ed  Aromi alimentari.

A parte questi componenti, a scelta del consumatore potrebbe essere presente la nicotina.

La nicotina al contrario di quanto pensano molti, non è cancerogena. Il suo difetto peggiore è che crea dipendenza.

Il fumatore che decide di usufruire della sigaretta elettronica e di abbandonare quella tradizionale, può calibrare la misura di nicotina da inserire nella ricarica e ciò gli consentirebbe di diminuire notevolmente il quantitativo e la relativa dipendenza.

 

Quindi alla luce di quanto  sopra ed in conclusione ritengo che il problema debba essere seriamente studiato dal punto di vista scientifico sui grandi numeri per quantizzare nel tempo la funzionalità, l’efficacia ed eventualmente anche la sua dannosità verso tipologie di pazienti.

Mi preme, comunque, di sconsigliare l’uso della sigaretta elettronica sicuramente ai minori ed ai giovani che portati dagli input della moda sociale potrebbero avvicinarsi alla sigaretta elettronica e poi anche potrebbero scegliere l’utilizzo del fumo tradizionale.

 

Ma auguro anche che, nell’ottica della cultura della prevenzione che lo Stato adotta a tutela dell’individuo, gli studi scientifici sull’uso della sigaretta elettronica siano condotti con serietà e serenità, tentando di  ricondurla nell’alveo della prevenzione come  mezzo di dissuasione.
Dott. Giuseppe Rizzi